Aggiornato il 20 Aprile 2020 da Michela
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Il Tropico del Capricorno
Prima tappa dopo aver lasciato Alice Springs, che tra parentesi mi mancherà parecchio, è il punto dove il Tropico del Capricorno attraversa lo stato del Northern Territory, a solo mezz’ora d’auto da Alice continuando a nord sulla Stuart Highway.
Lo si nota da lontano che si sta arrivando nel posto giusto poiché a lato della strada sorge una specie di gigantesco spillo che determina l’esatto punto nel quale passa la linea che segnala il Tropico…..e inoltre quella è l’unica strada da percorrere quindi non potete sbagliarvi!

Aileron e le sue gigantesche statue
Da qui dopo un’altra ora e mezza si arriva ad Aileron, località famosa per due gigantesche statue create dall’artista Mark Egan.
La prima ad essere stata eretta fu la figura maschile “Anmatjere Man” che venne completata nel 2005 dopo un anno di lavoro.
Questa impressionante opera d’arte sorge in cima ad una collina e con la sua imponenza sovrasta la valle circostante; ha un’altezza di 17 metri e, creata di metallo e cemento, pesa circa 8 tonnellate.


Dopo tre anni, nel 2008, l’uomo di Anmatjere ricevette la compagnia di una moglie ed una bimba che costituiscono il soggetto dell’altra statua posta ai piedi della collina e che è altrettanto impressionante.
I dettagli del corpo, dei visi e del rettile sono ammirevoli.
A due ore di guida si trova uno dei pub più strani che abbia mai visto: siamo a Barrow Creek dove, oltre a questo locale diciamo…inusuale, sorge anche la storica stazione del telegrafo. Nonostante sia ben conservata e piuttosto interessante da visitare, devo ammettere che mi fermo al pub molto più tempo!
Barrow Creek
Il gestore è proprio un personaggio! Mi chiede da dove vengo e pochi minuti dopo lo vedo riemergere da una scatola con in mano numerosi oggetti: mi chiama vicino e mi mostra con orgoglio tutte (e dico tutte!) le cose che i clienti e viaggiatori italiani gli hanno consegnato nel giro di anni e anni.

Trovo una bandiera italiana, le vecchie 1000 LIRE, monete, cartoline, bustine di zucchero, reggiseno (!!! va beh…), una bottiglia mezza vuota di aceto balsamico e via dicendo.
La città degli UFO: Wycliffe Well
Anche l’Australia ha le sue storie di avvistamenti UFO e non c’è luogo migliore di Wycliffe Well per entrare nell’atmosfera giusta!
Si, proprio questo è il posto in Australia con il maggior numero di avvistamenti di oggetti volanti di origine sconosciuta e non c’è dubbio che qui ci si marcia sopra!
Tra innumerevoli gadget rappresentanti alieni in ogni forma e colore, piattaforme di atterraggio per navicelle, muri tappezzati di ritagli di giornale raffiguranti persone che sostengono di aver assistito a fatti inspiegabili e cartelli di attenzione sparsi per la zona, Wycliffe Well è diventata una meta per curiosi più che per scienziati….e io non faccio eccezione 🙂
Il sito di Karlu Karlu chiamato anche Devil’s Marbles
Riparto dopo aver fatto il pieno di Alieni e navicelle spaziali e mi dirigo verso il sito naturalistico di Devil’s Marbles o chiamandolo con il nome originale: Karlu Karlu.
Famoso per le sue rocce circolari di dimensioni ragguardevoli, Karlu Karlu è una meta che a mio avviso non dovete perdervi nel vostro viaggio attraversando l’Outback australiano.
Il tramonto e l’alba sono i due momenti che mi hanno regalato le emozioni (ed immagini) più speciali.

Arrivo in tarda mattinata e non perdo tempo andando subito ad esplorare la prima parte del parco.
Le gigantesche rocce levigate di Karlu Karlu
Una facile e veloce camminata di circa mezz’ora porta i visitatori in un percorso circolare tra le rocce più grandi, accompagnato da cartelli che spiegano la formazione geologica del sito di Karlu Karlu e i miti aborigeni legati al “Dreaming time”, il tempo della creazione.
Scopro da un altro turista che c’è un campeggio proprio dietro la distesa di rocce che mi è di fronte e decido di dare un’occhiata e tastare la situazione. Il sito del campeggio è davvero non male, praticamente ai piedi delle rocce e facile da raggiungere con la mia macchina.
Opto per rimanere la notte ed il costo di 3.30 dollari è davvero irrisorio, così parcheggio in un angolino alla fine del campeggio proprio accanto ad una giovane famiglia con una bimba carinissima.

L’incontro con una famiglia non convenzionale
Facciamo amicizia istantaneamente e mi vengono offerti dei biscotti appena sfornati…nulla di strano direte voi, se non per il fatto che il forno è installato in un minuscolo furgoncino che loro hanno restaurato creandovi un camper!
Il suo nome è Ned (si, il nome del camper è Ned!), e poi ci sono Roh, Rob e Gypgy la loro bambina di due anni e mezzo.
La loro storia è davvero affascinante e parlando con Roh mi perdo nelle sue memorie di quando era piccola, nata a Taiwan, cresciuta tra Asia ed Australia, che parla fluentemente giapponese ed inglese, due lingue che anche la piccola Gypsy conosce perfettamente.
La madre le parla appunto in giapponese e il padre in inglese….è quasi uno shock vederli interagire tutti e tre, passando da una lingua all’altra e questa bimba che senza problemi cambia da inglese a giapponese.

Se volete vedere le loro avventure loro sono “The Travel Junkies” e li trovate sia sul web che su Facebook (nel caso vi servano incentivi a viaggiare di più con i bambini, hanno un sito dedicato proprio a questo….in inglese però!).
Arriva il tramonto
Trascorro il tramonto sulle rocce ammirando il sole che lentamente cala e si nasconde dietro l’orizzonte, rilassandomi e perdendomi nella meditazione fino a che è buio intorno a me.
La mattina sono sveglia prima dell’alba e ancora una volta mi trovo ad esplorare Karlu Karlu in ogni suo angolo, cercando di assimilare le sue forme inusuali ed i colori caldi della roccia, scattando foto ed ammirando la natura che mi circonda.

Proseguo sulla Stuart Highway consapevole che solo poche centinaia di chilometri mi separano ora da Darwin, il che significa la fine del mio viaggio. Con un sapore dolce-amaro mi rimetto alla guida lasciandomi alle spalle Devil’s Marbles e dirigendomi a nord verso Katherine.
Il viaggio continua…
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Ciao!
Sono una ragazza che fin da piccola sognava tanto e desiderava scoprire il mondo, nei suoi luoghi più lontani, nelle sue culture così diverse fra loro e nelle sfaccettature di tante vite diversa dalla propria. La decisione di “fare qualcosa di insolito” come lo è fare la valigia ed andarsene senza un piano ben preciso, ci catapulta in un mondo che vedremo, che lo si voglia o meno, con occhi diversi.
Le prospettive cambiano, la percezione delle cose cambia…
Intorno Sottosopra è il mio viaggio personale nel mondo