Aggiornato il 14 Novembre 2020 da Michela
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Premessa
In una splendida giornata d’autunno, se avete la passione per la fotografia e siete in cerca di una location che vi regali lo sfondo di foliage perfetto, non potete di certo restare a casa!
Vi propongo questo trekking, diciamo non troppo difficile, che vi porterà in cima ad uno dei monti più panoramici dell’Appennino Reggiano: il Monte Ventasso.
Forza, preparate lo zaino, la reflex (o il cellulare per chi viaggia leggero), allacciate gli scarponi e partiamo!

Dettagli trekking
Regione: Emilia Romagna
Tempo di percorrenza: 3 ore, passeggiando tranquillamente e fermandosi per godere del panorama e fare qualche scatto.
Lunghezza: 4 km
Dislivello: 400 m
Monte Ventasso: https://goo.gl/maps/NraXSvU9mx9BhvEB6
Parcheggio: https://goo.gl/maps/XdVoo1rNP9VapGDU8
L’appennino Reggiano, questo sconosciuto

Purtroppo questa parte di Appennino è sottovalutata, anche per colpa del marketing scadente che viene proposto…quando viene proposto.
Ci sono luoghi incantevoli, zeppi di fascino e storia che però sono praticamente sconosciuti: è mia intenzione cercare di promuovere queste zone attraverso questo blog perché vale la pena visitarlo in qualsiasi stagione dell’anno.
Trekking, borghi antichi, castelli, sessioni di yoga, passeggiate a cavallo, cascate, uscite fotografiche, percorsi ciclabili e infine innumerevoli osterie, locande, trattorie e ristoranti nei quali riempirsi la pancia con squisiti piatti locali.
Dove parcheggiare l’auto

Vi suggerisco di lasciare l’auto al PARCHEGGIO LOCANDA CALAMONE: da qui a piedi, attraverso un facile sentiero di 10 minuti si arriva al Lago Calamone. Il trekking ha inizio qui: il Lago Calamone è un bacino di origine glaciale che sorge immerso in un’affascinante zona boschiva. Potete fare il giro del lago se volete prima di salire.
Atmosfere autunnali e foliage
Se vi piacciono i colori caldi ed avvolgenti della stagione autunnale, questo è il momento perfetto per andarci.
Le fronde dei faggi, tinte di giallo paglierino e arancio acceso, lasciano cadere un tappeto di foglie infinito: il bosco intorno è vibrante di suoni, odori e colori che vi faranno sentire come dentro una fiaba dei fratelli Grimm.
Iniziamo la salita

Partiamo dal lago Calamone e lo costeggiamo in parte per poi arrivare al rifugio Venusta. Il sentiero è ben segnalato (CAI 667) e facile da seguire: da qui inizia la salita che comunque è fattibile anche per i non esperti.
La prima parte è attraverso il bosco, una faggeta incantevole che vi regalerà emozioni e nella quale potrete scovare funghi di diverse specie, dai colori caldi (sono velenosi, lasciateli dove sono!) che trovano casa e riparo in questo sottobosco.

Proseguendo si esce e ci si ritrova in una radura dalla quale si apre una vista spettacolare sui monti di fronte, delicatamente innevati dalla prima spolverata caduta qualche giorno prima.
Ci sono due percorsi per salire: uno diretto che vi porta in cima più in fretta…se siete pronti ad una salita del genere…fate pure. Io al bivio non ho avuto molti dubbi a riguardo!

Noi abbiamo scelto la via “panoramica” che costeggia una parte di crinale, più lunga ma anche più semplice.
In cima al Monte Ventasso
L’ultima parte del sentiero è piuttosto esposta e ripida quindi attenzione.
Una volta in cima, ci si trova di fronte ad un panorama a 360 gradi: lo spazio concavo sottostante, creato dal passaggio dei due fiumi Enza e Secchia, si accosta al crinale del Monte Ventasso e da qui su è facile individuare il serpentone dei loro letti che striscia nelle rispettive valli.

La Croce del Ventasso saluta e da’ il benvenuto a chiunque arrivi a trovarla: fermatevi a contemplare lo scenario e godetevi un panino accarezzati dal vento e scaldati dal sole.
Discesa al Lago Calamone
La pioggia non ci ha risparmiati e, quello che fino a qualche minuto prima era un sole favoloso, si è poi trasformato in nuvoloni rabbiosi.
Per la discesa abbiamo optato per la “direttissima”, la via più corta, che tanto “andar a la basa, tut i sant i iutan” (nel mio dialetto significa che andare alla bassa tutti i santi aiutano). A fare gli splendidi, credendosi ventenni e rendendosi conto che invece il tempo passa anche per te, non poteva certo essere la scelta migliore….
Dopo aver rischiato distorsioni alle caviglie e un trauma all’osso sacro per via del suolo bagnato, arriviamo alla conclusione che dovrebbero chiamarlo sentiero spaccaginocchia, il nome sarebbe di certo appropriato!

Conclusioni
Se capitate in questa zona dell’Appennino reggiano e amate le passeggiate nella natura, vi consiglio questo semplice trekking. In alternativa, potete fermarvi al lago Calamone, che oltre ad essere spettacolare in autunno, è un’oasi fresca nella quale trovare sollievo nelle giornate estive.
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Ciao!
Sono una ragazza che fin da piccola sognava tanto e desiderava scoprire il mondo, nei suoi luoghi più lontani, nelle sue culture così diverse fra loro e nelle sfaccettature di tante vite diversa dalla propria. La decisione di “fare qualcosa di insolito” come lo è fare la valigia ed andarsene senza un piano ben preciso, ci catapulta in un mondo che vedremo, che lo si voglia o meno, con occhi diversi.
Le prospettive cambiano, la percezione delle cose cambia…
Intorno Sottosopra è il mio viaggio personale nel mondo