Aggiornato il 20 Giugno 2020 da Michela
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Percorrendo il sentiero Cai SVA
Cosa fare in una giornata di sole se si abita a poca distanza da una delle zone in Italia più belle in assoluto, chiamata Cinque Terre?
Ci si va!
E se vogliamo anche approfittarne per stare in mezzo alla natura, facendo due passi senza troppo impegno, questo percorso è perfetto!
Si tratta del sentiero CAI denominato SVA (sentiero verde azzurro) che nella sua interezza percorre tutte le Cinque Terre dal colle del Telegrafo, sopra Riomaggiore, per poi terminare poco oltre Levanto, a Deiva Marina.
Dal libro “Escursioni alle Cinque Terre” di Andrea Greci


All’inizio di quest’anno, quando ancora la quarantena non era minimamente contemplata nel nostro immediato futuro, in una splendida giornata di inizio Marzo decidiamo di concretizzare finalmente uno dei trekking proposti da Andrea Greci nel suo libro “Escursioni alle Cinque Terre”.
Più precisamente optiamo per quello a Punta Mesco, a nord delle Cinque terre, partendo dalla città di Levanto.
Da neofita dei trekking posso affermare con assoluta certezza che si tratta di un percorso davvero facile, adatto a tutti.
Da Reggio Emilia a Levanto in treno
Arriviamo a Levanto in treno: un viaggio comodo e non troppo lungo che dalla stazione di Reggio Emilia, con un cambio a Parma, ci fa arrivare dopo circa 3 ore e mezza in centro, dove facciamo man bassa di scorte alimentari tipiche del posto!
Ah, mi raccomando, fate scorta di acqua qui a Levanto, perché lungo il sentiero non ci sono punti di rifornimento fino a Monterosso: se ci andate in estate questo punto è ancora più importante.
Con una quantità ragguardevole di focaccia alle cipolle ancora tiepida nello zaino (accompagnata da scia chimica appena dietro), ci incamminiamo lungo la costa per trovare l’inizio del trekking.
Sul sentiero Cai SVA, da Levanto a Punta Mesco
Si tratta come detto all’inizio, del sentiero “SVA” del CAI, più precisamente parlerò del tratto percorso da ovest ad est, che porta da Levanto centro a Punta Mesco, scendendo poi a Monterosso al Mare, la prima delle meravigliose Cinque Terre. Il dislivello è più o meno di 300 metri su un percorso totale di circa 12 chilometri, quindi davvero minimo.

Noi abbiamo impiegato non più di 5 ore contando anche le innumerevoli soste per le mie foto di rito e ovviamente per terminare quella morbida e deliziosa focaccia che sostava nello zaino da oramai troppo tempo! Il sentiero è solitamente molto frequentato, in particolar modo nei mesi primaverili: quindi se riuscite, fatelo in un giorno fra settimanale, evitate le giornate troppo calde e quelle subito dopo la pioggia perché in alcune zone, potrebbe diventare pericoloso e scivoloso.
Il primo tratto è nel bosco e leggermente in salita: alberi alti, profumo di verde, di resina e di mare in una brezza che ha accompagnato i nostri passi per tutto il tempo.
Pensare che eravamo ancora in inverno ci ha decisamente rallegrato e fatto ben sperare per i mesi successivi, con tutto quel bel sole, il caldo…ma ahimè eravamo tutti all’oscuro di ciò che invece ci aspettava e che da viaggiatori ci ha rinchiuso in casa per mesi.
Podere Case Lovara, un progetto Fai
Dopo un bel tratto nel bosco, si continua costeggiando la scogliera a picco e dalla quale si gode di una vista a perdita d’occhio del mar Ligure. Da qui si arriva al sito FAI “Podere Case Lovara”
Si tratta di un progetto di recupero e sviluppo sostenibile di un’area donata al FAI nel 2009, raggiungibile solo attraverso il sentiero verde azzurro SVA e che si può visitare. Ci sono tanti progetti come questo, che è importante conoscere, valorizzare e divulgare.

L’eremo di Sant’Antonio del Mesco
Dal Podere Case Lovara, proseguiamo salendo verso Est e poco dopo arriviamo all’Eremo di Sant’Antonio del Mesco, a 311 metri sul livello del mare e risalente al XI secolo. Purtroppo ne è rimasto poco e del rudere sono sopravvissuti alcuni muri, alcuni archi, qualche decorazione su roccia, ma la vista da qui è mozzafiato!
Sarebbe bello veder “rivivere” questi pezzi di una storia così antica, riportarli al loro aspetto originario e toglierli dall’opera ingrata ed ignorante dei vandali che ne intaccano la bellezza e l’importanza storica. Chissà se verrà mai fatto qualcosa?

Punta Mesco e la vista sulle Cinque Terre
Poco dopo ecco il punto più alto del trekking, siamo arrivati a Punta Mesco! Dire che il panorama è incantevole è pressoché riduttivo.
Parliamo di una fotografia dall’alto dell’intero tratto di costa che ospita le Cinque Terre: Monterosso è la prima appena sotto di noi, poi Vernazza, Corniglia, Manarola ed infine Riomaggiore.
Lo sguardo poi prosegue e arriva a Porto Venere e all’Isola del Tino. la costa è bagnata da un’acqua azzurro-verde mentre alle spalle ci sono le colline del Parco Nazionale delle Cinque Terre.
Gli occhi sono pieni di meraviglia e la sensazione è anche quella di orgoglio nell’essere italiana e poter ammirare così tanta bellezza ovunque ci si volti.

La discesa a Monterosso al Mare
Con il cuore allegro e leggero procediamo con la discesa dalle colline attraverso un sentiero che costeggia nuovamente il mare sotto di noi e ci permette di godere a pieno del panorama che ci si presenta d’innanzi.
Il dislivello è dolce ed in breve eccoci nella bellissima baia di Monterosso al Mare.

Per concludere la giornata in bellezza optiamo per una birra sulla spiaggia: distesi sulla sabbia calda, piedi scalzi e il sole che risplende con tutta la sua forza di fine inverno.
Presto comincia il suo calare, l’aria si inasprisce un poco e, pieni di sensazioni belle e positive, ci incamminiamo alla stazione del treno il quale ci porterà in breve tempo a Levanto, per poi tornare a casa.

E voi avete mai fatto questo semplice trekking in Liguria?
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Ciao!
Sono una ragazza che fin da piccola sognava tanto e desiderava scoprire il mondo, nei suoi luoghi più lontani, nelle sue culture così diverse fra loro e nelle sfaccettature di tante vite diversa dalla propria. La decisione di “fare qualcosa di insolito” come lo è fare la valigia ed andarsene senza un piano ben preciso, ci catapulta in un mondo che vedremo, che lo si voglia o meno, con occhi diversi.
Le prospettive cambiano, la percezione delle cose cambia…
Intorno Sottosopra è il mio viaggio personale nel mondo