Aggiornato il 14 Novembre 2020 da Michela
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Premessa
Avete una settimana di ferie e state cercando un itinerario low cost incredibilmente affascinante e ricco? Tuscia è la risposta, non vi deluderà!

A Luglio sono ritornata per la seconda volta in Tuscia, questa splendida zona a cavallo fra tre regioni italiane: Toscana, Lazio e Umbria.
C’è così tanto da scoprire qui: luoghi incantati, storia millenaria, panorami mozzafiato, natura, cibo che altroché Masterchef e persone gentili con il sorriso sempre pronto…ah, non dimentichiamoci il vino!
Voglio presentarvi questo itinerario, studiato partendo dal nord Italia e diviso in 7 giorni per aiutarvi ad organizzare al meglio il tempo che, diciamoci la verità, non è mai abbastanza!
Le mete che ho scelto di proporvi sono basate ovviamente sui miei gusti personali, sul mio amore per la natura e sulla mia passione per la fotografia.
Ho contato anche sulla meravigliosa compagnia del mio ragazzo che, essendo ingegnere ambientale, mi ha accompagnata in mete inusuali, che però ho deciso di includere perché estremamente interessanti sia dal punto di vista naturalistico che ambientale.
VISUALIZZA LA MAPPA DELL’ ITINERARIO QUI
Si parte!
Per sfruttare al meglio questa settimana, decidiamo di suddividere l’itinerario in zone da fare di giorno in giorno. Le zone sono solo indicative e sono basate sulla direzione che decidiamo di prendere la mattina così da non ripassare più volte negli stessi luoghi, risparmiando sì tempo, ma anche benzina.
GIORNO 1: terme Cascate del Mulino e arrivo in struttura.

Essendo il nostro agriturismo chiuso dalle 12 alle 15, impossibilitati quindi a fare il check in e non volendo sprecare il pomeriggio, abbiamo scelto di trascorrere qualche ora alle Cascate del Mulino, a circa 15 km dalla struttura e perfetto per rilassarsi dopo 4 ore in auto.
Le Cascate del Mulino sono un luogo affascinante e particolare che vale assolutamente la pena di essere visitato: lo si raggiunge comodamente in auto che si lascia in un parcheggio libero molto grande a pochi metri dalle cascate.
Da qui si arriva a piedi ai terrazzamenti che formano le piscine riempite da acqua termale calda, nella quale ci si immerge, godendosi il relax e la tranquillità del luogo. Di solito le Cascate del Mulino sono molto affollate ma noi siamo stati fortunati!
DA NON DIMENTICARE: portate le scarpette da scoglio
NON ADATTO A: chi è schizzinoso. C’è fango, puzza di zolfo, tanta gente, insetti fuori e dentro l’acqua e polvere sui sentieri.
Arrivo in Agriturismo
Dopo circa 4 ore decidiamo di recarci in agriturismo e fare il check in, la stanchezza comincia a farsi sentire…
Abbiamo optato per un luogo immerso nella natura, scelto principalmente per la posizione centrale a tutto ciò che volevamo visitare, ma anche per la qualità delle recensioni, il prezzo onesto e per la presenza della piscina! Il posto si chiama Bio Agriturismo Le Macchie Alte e ve lo consiglio caldamente se scegliete di fare una vacanza in Tuscia!
Producono loro tanti prodotti che utilizzano (e vendono) sia per la colazione che per le cene, tutto squisito: pane, marmellate, uova, frutta fresca, torte, sughi e tanto altro.
CONSIGLIO: la strada per arrivarci non è agevole e non è adatta ad auto molto basse avendo dislivelli importanti, buche ed essendo sterrata, parliamo di una struttura in cima ad un poggio in mezzo al nulla.
DA SAPERE SULLA STRUTTURA: la colazione è servita dalle 8:30 alle 10 (cosa che a noi è risultata un po’ scomoda per organizzare agevolmente la giornata: l’orario secondo noi andrebbe anticipato di almeno un’ora). Non viene servito il pranzo e durante il giorno non c’è personale, quindi se passate una giornata in piscina, scordatevi un caffè o qualcosa di fresco da bere: ci sono supermercati e bar in paese ad un paio di chilometri di distanza dove rifornirsi. La cena (che include antipasto, primo, secondo, contorno, dolce, acqua, vino, caffè ed amaro) è tassativa per tutti dalle 20:30 con menu fisso e costo di 25€ a persona, l’unica variate è qualcosa di vegetariano, vegano e senza glutine se lo fate presente la mattina a colazione (a volte il menu non è scritto e ci si deve adattare: surprise!). In agriturismo NON c’è aria condizionata per una scelta ambientale della proprietà.
GIORNO 2, verso est: Orvieto, Civita di Bagnoregio, Bolsena, Pitigliano

Il secondo giorno andiamo ad est, direzione Orvieto, in Umbria. Qui visitiamo il borgo e, immancabile meta ad Orvieto, il famoso Pozzo di San Patrizio, l’attrazione che richiama in assoluto più turisti in città! Non mi sorprende affatto, vista la maestosità e la bellezza di questa opera ingegneristica, un luogo da non perdere!

Nel primo pomeriggio partiamo alla volta di un’altra perla della Tuscia, questa volta nella regione Lazio: Civita di Bagnoregio, soprannominata “la città che muore”, che però in realtà è viva e vegeta!

Sarebbe meglio visitare Civita in orario di tramonto per godere al massimo del suo fascino, ma ci accontentiamo dell’ammirarla sotto il caldo afoso delle ore 13 che sfiora i 40 gradi…che tempismo perfetto il nostro!

Il parcheggio è piuttosto distante dal borgo antico di Civita, al quale si accede solo tramite un ponte pedonale e dopo aver pagato 5 euro a persona (solo contanti).

All’interno, il borgo è simile a tanti che si trovano in Tuscia: curato, fiorito, che suscita una piacevole sensazione di pace ammirando il panorama sulle colline circostanti, affacciandosi dai parapetti che circondano la cittadella.

In un’oretta e mezza si è visto tutto a meno che non ci si fermi a pranzo o per bere qualcosa.
Da qui, dopo una lunga passeggiata sempre sotto il sole cocente, ci rimettiamo alla guida in direzione ovest e raggiungiamo Bolsena.
Bolsena è arroccata su una collina che costeggia l’omonimo lago ed è un altro meraviglioso borgo medievale con il suo castello a guardia. Un punto ideale per godere del tramonto e, perché no, fare un aperitivo ammirando la vista sul lago. Personalmente il lago di Bolsena lo trascurerei: mi dispiace ma non mi sento di consigliarlo come tappa di un viaggio in Tuscia.

Sento invece di consigliare assolutamente il borgo visitato subito dopo, che è Pitigliano.
La città di Pitigliano è un piacere per gli occhi sin dall’arrivo, quando ancora si è sulla strada per raggiungerla.
Esiste infatti un punto dove fermarsi (vi consiglio di farlo la sera, al tramonto o con il buio), proprio a lato di un tornante dove c’è un ampio spazio, quasi sempre preso d’assalto dai fotografi: potevo io esimermi? Da qui si ha la vista completa del borgo illuminato di Pitigliano dalla collina di fronte, uno spettacolo da immortalare e ricordare.

Camminare tra queste viuzze pittoresche, sotto i giganteschi archi dell’acquedotto che solcano il cielo, godere dei panorami circostanti affacciandosi dai muretti, riempie gli occhi di meraviglia! Non perdetevela assolutamente.

GIORNO 3, verso ovest: giornata al mare a Porto Santo Stefano
Dopo due giorni pieni su e giù per le colline, ci meritiamo una pausa! D’altronde siamo in ferie no?!
Direzione mare, dal nostro agriturismo arriviamo a Porto Santo Stefano inappena 50 minuti di auto: qui troviamo una caletta con spazio libero e ci spiaggiamo come due capodogli al sole….un toccasana!
L’area di questa penisola è ricca di posticini carini con spiagge libere dove passare qualche ora. Alcune sono difficili da raggiungere poiché bisogna lasciare l’auto in cima e farsi discese importanti a piedi, discese che poi bisogna anche risalire 😀

Al ritorno facciamo tappa a Capalbio per un giretto e una cena panoramica dall’alto, una vera chicca! Capalbio è uno dei borghi più belli d’Italia, con una posizione mozzafiato che al tramonto si trasforma in pura bellezza. Dalle mura che cintano il borgo, ci si affaccia sulle colline morbide che decorano il panorama intorno e il mare fa capolino sullo sfondo per rendere il tutto ancora più bello.

GIORNO 4, verso sud: Tuscania, Viterbo e Celleno

Potevano mancare queste 3 mete al nostro viaggio in Tuscia? A dir la verità una si….ma ve lo spiego più avanti.
La mattina arriviamo a Tuscania, un altro borgo di epoca etrusca, anche questo nella lista dei borghi più belli d’Italia.
Tuscania è stata una delle cose più belle da visitare in questo viaggio: una storia millenaria, luoghi antichi e viuzze labirintiche con muri di pietra altissimi.


Le cose da non perdere sono numerose ma il bello è che si scoprono perdendosi per le strette vie del borgo. Andate al Parco Torre di Lavello e riposatevi all’ombra di una delle gigantesche piante che dimorano nel curato giardino.

Da qui scendete lungo le mura, arrivate all’antico lavatoio e poco dopo giungerete alla Fontana delle Sette Cannelle.




Uscendo dalle mura perimetrali in direzione sud, incamminatevi per raggiungere la cima della collina dove sorge l’antichissima Chiesa di San Pietro: durante il percorso passerete a fianco dell’Antica Via Clodia, una strada romana della quale è stato ritrovato un tratto e riportato alla luce.

Raggiungiamo Viterbo per il pranzo: caldo torrido, anche oggi si sfiorano i 40 gradi e la città è semi deserta. Proprio Viterbo è l’unica meta che purtroppo non rifarei: avevo altre aspettative e onestamente mi ha un po’ delusa. L’unica cosa che ha suscitato il nostro interesse è stato il Palazzo dei Papi, bellissima architettura ma al di là di questo, ci siamo presto rimessi in auto per proseguire il viaggio verso est.


Un po’ indecisi sul da farsi, optiamo per andare a Celleno, il borgo fantasma.

Questi nomi così misteriosi mi hanno sempre attirata sin da bambina, così, arrivati a Celleno, cominciamo a camminare tra i resti degli stabili ancora in piedi. A sorpresa, questo si rivela essere stato uno degli stop più interessanti del viaggio!


All’interno di Celleno erano presenti alcune associazioni, tra le quali il FAI, che si occupano di mantenere il luogo in ordine e divulgarne la storia passata e le storie che ancora oggi danno vita a questo borgo abbandonato.

GIORNO 5: relax in piscina!
Beh, sfruttiamola questa piscina no? Agriturismo scelto proprio per questa chicca che ci è tornata molto utile per staccare una giornata intera dal mondo e, soprattutto dal caldo davvero torrido di questa estate 2020. In alternativa, se il vostro alloggio non dispone di piscina, potete recarvi in una delle tante terme che popolano quest’area, come ad esempio i Bagni di San Filippo, le Cascate del Mulino o la nota Saturnia: lo so, l’acqua alle terme è calda, ma è profondamente rilassante!

GIORNO 6, verso nord: Monte Amiata e Parco Museo Minerario di Abbadia San Salvatore.

Se come me avete un compagno amante dei minerali, fossili, risorse energetiche rinnovabili, annessi e connessi…non sfuggirete a questa meta! Essendo anche io piuttosto interessata, decidiamo di dedicare un po’ di tempo alla cultura mineraria di cui la Toscana è così ricca.

Scopriamo tante cose interessanti, come il Monte Amiata, che fu sede di una delle più grandi miniere di mercurio al mondo, quella di Abbadia San Salvatore, fondata alla fine del 1800! Vi consiglio di visitare il Parco Museo Minerario che propone un percorso estremamente coinvolgente, ricco di esperienze sensoriali e visive notevoli, illustrato da staff competente e simpatico, con un linguaggio semplice adatto anche ai più giovani. Da non perdere: il viaggio su un vagone sottoterra, lungo una delle decine di gallerie della vecchia miniera….davvero impressionante rendersi conto della vita che svolgevano i minatori.

Per gli amanti del Trekking, vi sono numerosi percorsi ad anello di diversa difficoltà e molto belli. Li trovate qui!
GIORNO 7, verso nord, sulla via del ritorno: Abbazia di San Galgano, la Spada nella Roccia, Valle del Diavolo, Museo della Geotermia di Larderello
Centrale geotermoelettrica Bagnore 4
Un’altra delle mete che più ho amato in questo viaggio in Tuscia, anche se di Tuscia poi non si tratta più, è stata la visita all’Abbazia cistercense di San Galgano. SPETTACOLARE! L’unico modo per descriverla è quello di vederla di persona, imperdibile!


A fianco dell’abbazia, in cima alla collina, sorge la piccola Cappella di San Galgano a Montesiepi che custodisce niente di meno che la Spada nella Roccia italiana, infissa nel 1180 da Galgano Guidotti.
Ci spostiamo verso est e raggiungiamo la Valle del Diavolo che ispirò niente di meno che il genio Dante Alighieri, indovinate per scrivere cosa?

La Valle del Diavolo prende il nome dalla presenza dei soffioni boraciferi, delle biancane e delle fumarole.

Un territorio lunare, nuvole di vapore bianco dall’odore sulfureo si alzano in cielo, un suolo arido e dai colori incerti che spaziano dal grigio tenue, al rosso bronzeo, al giallo zolfo, il tutto reso ancora più infernale dal caldo che trapassa il terreno e scioglie le scarpe.

Si parcheggia al Geomuseo delle biancane Mubia e da qui si percorre il sentiero che guida i visitatori intorno al sito geotermico. Tranquilli, se rimanete sul percorso, non vi si bruceranno le suole delle scarpe!
Da qui, poco più a nord arriviamo al paese di Larderello, dove si è cominciata a sfruttare l’energia geotermica per la prima volta al mondo!
Testimonianza di ciò, si ha visitando gratuitamente il Museo della Geotermia di Larderello che ho trovato essere estremamente interessante, coinvolgente ed istruttivo.

Il nostro viaggio è poi proseguito aggiungendo una notte a Volterra, meta che volevo visitare da anni, trovando alloggio presso una delle graziose ed economiche stanze dell’ostello Chiostro delle Monache.
Volterra è in quest’anno 2020, una delle città più visitate in Italia e che ha registrato più turisti di Firenze! E’ certamente circondata da un’aura particolare che la rende magica.
ALTERNATIVE: San Gimignano, Siena, Arezzo, Montepulciano.
Le alternative durante un viaggio, non solo in Tuscia ma in generale in Toscana, ha così tante varianti che diventa difficile scegliere: adattate questo itinerario in base a ciò che più vi piace ed interessa e magari fatemi sapere com’è andata!

E voi, siete mai stati in Tuscia?

Ciao!
Sono una ragazza che fin da piccola sognava tanto e desiderava scoprire il mondo, nei suoi luoghi più lontani, nelle sue culture così diverse fra loro e nelle sfaccettature di tante vite diversa dalla propria. La decisione di “fare qualcosa di insolito” come lo è fare la valigia ed andarsene senza un piano ben preciso, ci catapulta in un mondo che vedremo, che lo si voglia o meno, con occhi diversi.
Le prospettive cambiano, la percezione delle cose cambia…
Intorno Sottosopra è il mio viaggio personale nel mondo